home Lifestyle, Milionari, Moda Cresce la concorrenza asiatica ma il lusso italiano si difende bene

Cresce la concorrenza asiatica ma il lusso italiano si difende bene

L’analisi presentata al London Luxury Law Summit parla chiaro: nonostante i massicci acquisti di marchi da parte di operatori esteri, il lusso italiano continua a difendersi. Il Deloitte Global Powers of Luxury Goods 2019 evidenzia infatti come sulle Top 100 l’Italia sia ancora il primo Paese del settore a livello di presenza con benb 24 aziende. Le prime tre italiane in classifica sono Luxottica (5°), Prada (21°) e Giorgio Armani (26°). Moncler è invece l’azienda più performante tra le italiane in classifica, mentre Furla registra il più alto tasso di crescita di vendite con il 18.7%.

Il Global Powers of Luxury Goods è realizzato sulla base delle vendite consolidate nell’anno fiscale 2017. La nota emessa da Deloitte ha inoltre aggiunto che quest’anno la top ten delle migliori aziende di moda si arricchisce della presenza di Chanel (per la prima volta in classifica) al sesto posto. La “top five” è ormai blindata da ben tre anni da Lvmh, Estée Lauder Companies, Richemont, Kering e Luxottica. Le vendite aggregate delle multinazionali del lusso che occupano le prime dieci posizioni della classifica stilata da Deloitte rappresentano il 48.2% del totale, un punto percentuale in più rispetto all’anno precedente.

Complessivamente le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 247 miliardi di dollari nel 2017, con una media di 2,47 miliardi di dollari per società. A tassi di cambio costanti, il tasso di crescita per i primi 100 player è stato del 10,8%, un significativo incremento di ben 9,8 punti percentuali rispetto all’1% della crescita dell’anno precedente.

Se i numeri aggregati mostrano la capacità delle aziende italiane di difendersi, fanno anche capire quali sono, e quanto sono complesse, le sfide che stanno affrontando. In primo luogo la necessità di crescere in termini dimensionali, dato che, complessivamente, le aziende italiane della Top 100 realizzano il 14% dei ricavi totali globali, con una diminuzione di due punti percentuali rispetto all’edizione precedente del report. Luxottica, che scende al quinto posto, è anche quest’anno, l’unica azienda italiana presente in Top Ten.

In generale, comunque, l’Italia si conferma Paese leader nel settore, posizionando ben 24 aziende tra le 100 che costituiscono la graduatoria. Di queste, più di due terzi operano nel comparto dell’abbigliamento e calzature, confermando l’Italia come “fashion leader”. Luxottica, Prada e Giorgio Armani risultano essere i tre principali player italiani in classifica e, in forma aggregata, rappresentano quasi la metà delle vendite di beni di lusso realizzate nel 2017 dalle aziende italiane.

Altra sfida rilevante è quella rappresentata dalla competizione con i Paesi asiatici: sono ben sei le aziende della regione Asia-Pacific presenti nella classifica delle 20 “fastest growing” (a maggior tasso di crescita), e complessivamente 20 nella classifica delle Top 100 (prevalentemente appartenenti al settore Gioielleria”.

Il ruolo dei player asiatici non è assolutamente trascurabile per quel che riguarda l’intero destino del comparto luxury, sia in termini di risultati finanziari delle aziende, sia in termini di domanda. È proprio l’Asia che rappresenta il motore della crescita di questo settore, con i consumatori cinesi che guidano il consumo dei beni di lusso sia a casa che all’estero.

La decelerazione economica che ha avuto luogo nei principali mercati (Cina ed Eurozona) non ha intaccato la domanda per i beni di lusso, che si prevede continuerà a crescere sia grazie ai tassi di cambio favorevoli, sia grazie agli acquisti dei turisti stranieri. In generale possiamo affermare che, per il terzo anno consecutivo, il mercato del lusso continua a registrare una crescita positiva nonostante le sfide poste dall’economia globale.

Possono interessarti...

Top