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Guida autonoma: il futuro è arrivato

Le vetture a guida autonoma stanno già facendo i primi test sulle strade statunitensi. L’avanzata delle cosiddette “self driving car” sembra inarrestabile: le principali case automobilistiche sono impegnate nella ricerca della migliore tecnologia disponibile e la GM ha annunciato il lancio (entro il 2019) di un modello privo dei tradizionali comandi. La plancia del Cruise AV di GM non presenterà il volante ma avanzate tecnologie hardware e software. La House of Representatives americana ha infatti approvato all’unanimità il Self-Drive (Safely Ensuring Lives Future Deployment and Research in Vehicle Evolution) Act, la legge che porterà le case automobilistiche statunitensi a produrre automobili completamente prive dei classici comandi. Potranno infatti circolare liberamente auto a guida autonoma fino ad un massimo di 25.000 unità. Un numero importante ma sicuramente destinato a crescere nei prossimi tre-quattro anni.

I produttori potranno quindi muovere i propri veicoli senza conducente, a fini sperimentali, senza i requisiti di sicurezza previsti precedentemente (ovvero la presenza di almeno un volante ed i pedali per accelerazione e frenata) e senza un essere umano a bordo (come invece previsto dalla normativa tedesca).

L’auto a guida autonoma viene ad oggi vista come un efficace strumento per risolvere la questione della mortalità legata agli incidenti stradali. Molti consumatori statunitensi però, secondo una recente indagine di Reuters/Ipsos, non sono molto entusiasti ed hanno ancora numerose riserve su questa tecnologia e le sue applicazioni.

Anche in Europa l’argomento divide. Intanto Armani, amministratore delegato e direttore generale di ANAS, si è recentemente reso disponibile a fornire alcuni tratti per eventuali sperimentazioni di guida autonoma dato che, a partire dal 2019, la Commissione Europea sui sistemi intelligenti di trasporto permetterà l’utilizzo di veicoli in grado di comunicare tra loro e con l’infrastruttura stradale.

Tutto questo mentre Apple abbandona il tanto discusso progetto Titan, riguardante lo sviluppo di un veicolo elettrico (anche se non ha certo interrotto lo sviluppo di un software di guida autonoma) e Tesla, che da sempre punta sulle cosiddette “driverless car”, sembrerebbe aver accumulato un preoccupante ritardo nello sviluppo degli applicativi. L’azienda ha spesso ribadito che entro il 2019 vorrebbe lanciare un’auto a guida autonoma di livello cinque, inaugurando la produzione in serie. Il veicolo dovrebbe possedere un software in grado di comprendere ed analizzare in tempo reale l’ambiente in cui si trova, individuandone la posizione e pianificando il percorso più sicuro.

La partita sembra essere ancora aperta: se Tesla ed Apple sembrano aver rallentato la corsa tecnologica la concorrenza sembrerebbe essere sempre più determinata e tra le aziende spiccano protagonisti inaspettati quali Uber e Samsung.

Samsung non solo produce batterie per auto elettriche ma sembra essere intenzionato ad assumere un ruolo sempre più importante nella rivoluzione del “self driving”: i test che sta conducendo su vetture Hyundai, equipaggiate con i propri sistemi di apprendimento automatico, sono alla base dell’annuncio di una nuova Business Unit strategica e dell’acquisto di Harman, azienda che fornisce soluzioni di guida assistita avanzata a grandi nomi del settore quali Toyota, Mercedes e Volkswagen.

Ford sta sperimentando un sistema che consentirà ai veicoli a guida autonoma di comunicare con gli utenti della strada ma anche volante e pedali completamente removibili per passare dalla versione tradizionale al “self driving”. Il volante potrà essere rimosso dall’abitacolo trasformando il sedile del guidatore in quello di un passeggero. La collaborazione con il Virginia Tech Transportation Institute aspira alla creazione di un linguaggio visivo che permetta di interagire, attraverso una segnaletica luminosa, con gli altri utenti della strada. E’ proprio sulle strade della Virginia che si stanno svolgendo i primi test per la raccolta dei dati funzionali al progetto. L’appuntamento sembra essere per il 2021, anno in cui probabilmente sarà attivo anche il servizio pensato in collaborazione con la catena di pizzerie Domino’s per la consegna a domicilio con driverless car.

Volkswagen può contare su di una promettente partnership con uno specialista emergente delle tecnologie per la guida autonoma statunitense, Aurora, startup fondata dall’ex capo della divisione di ricerca per la guida autonoma di Alphabet, in cui sono entrati anche l’ex capo del progetto Tesla Autopilot ed uno degli ingegneri di punta della divisione driverless di Uber. La partnership è stata ufficializzata in occasione del CES 2018 di Las Vegas e punta proprio sulle diverse competenze riunite per colmare il gap temporale e portare in tempi brevi veicoli senza pilota nelle città sotto forma di flotte al servizio degli utenti. Si punta sulla semplicità di utilizzo e di accesso ai sistemi di trasporto in cui, grazie ad un’app mobile, si potrà utilizzare un’assistente digitale virtuale (od un apparecchio GPS integrato) per chiamare un veicolo elettrico e farsi accompagnare ovunque. Già entro la fine del 2018 Volkswagen dovrebbe dare il via ai primi collaudi su strada dei primi “robotaxi” con l’obiettivo di realizzare una serie di prototipi e lanciare entro il 2020 un servizio on demand di ride sharing autonomo in tutto in Mondo. Ovviamente i sistemi driverless sviluppati saranno integrabili anche nelle auto di produzione.

Insomma, ci vorrà ancora un po’ di tempo ma l’auto a guida autonoma è sempre più vicina ed a proporla saranno le case automobilistiche più importanti e le aziende tecnologiche più avanzate.

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